La cicatrice è un segno, una linea di confine: visibile o invisibile che sia, dopo di essa nulla può tornare come prima.
Il mio desiderio è partire da ogni cicatrice per superare il limite della paura, facendo tesoro di quel segno che ci rende uniche e speciali testimoni di vita.
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Chiara Vogliazzo
Chiara, classe 1972, 178 centimetri, una cascata di riccioli e un sorriso limpido come il suo nome. Nel maggio 2011, diventata mamma da pochi mesi, si opera per cancro al colon.
Dopo l’intervento e la chemioterapia, il lento tentativo di ritorno alla normalità, per Chiara, assume le sembianze di una ricerca, di un modo in cui plasmare un materiale intimo doloroso e senza forma… Quando ecco l’intuizione: uscire dal silenzio che ha caratterizzato tutta la sua malattia, incontrare altre donne con esperienze di vita simili, fotografare le loro cicatrici e il loro ritrovato sorriso come messaggio di speranza dopo il cancro, racchiudere queste foto in un calendario a scopo benefico.
È un giorno di marzo del 2013, Chiara è in macchina su una strada percorsa mille volte ma che, quel giorno, si rivela diversa: è il superamento del limite, la scintilla del progetto Cicatrici di vita.